9 Modelli di sviluppo e di cambiamento



Download 23.46 Kb.
Page2/4
Date10.03.2022
Size23.46 Kb.
#58398
1   2   3   4
Cap9 modelli di sviluppo
cap 11 geografia politica, cap 10 sisytemi urbani, cap 7 strutture economiche
sottosviluppo da un punto di vista economico suggerisce il desiderio di applicare alle risorse di un’area un input di capitale, manodopera, tecnologia che permetterà il miglioramento della qualità della vita della popolazione.

Oggi si parla di paesi ad economia emergente o paesi di recente industrializzazione. La corruzione subita dal termine ‘’terzo mondo’’, lo ha portato ad indicare i paesi in via di sviluppo, quando fu invece coniato per indicare quei paesi che seguivano una via diversa sia dal capitalismo, primo mondo, che dal blocco comunista, secondo mondo, così come il termine ‘’quarto mondo’’ raccoglie un gruppo di stati che le Nazioni Unite hanno ritenuto come meno sviluppati.

Nel 1980 la Commissione Indipendente sullo Sviluppo Internazionale comunemente nota come Rapporto Brandt, introdusse i termini contrapposti di Nord e Sud, in un’ampia generalizzazione geograficamente non del tutto accurata. Lo sviluppo è la caratteristica del Nord: le nazioni ricche, circa 30, hanno il 93% della popolazione residente nelle aree temperate, 42 degli stati più poveri del mondo hanno il 56% dei residenti alle latitudini tropicali e il 18% nelle zone aride.

Sfortunatamente per i sostenitori della teoria, molte delle nazioni in via di sviluppo come l’Afghanistan e la Corea del Nord, si trovano parzialmente o interamente nelle medie latitudini o su rilievi temperati, mentre Malesia e Singapore pur essendo equatoriali prosperano. La posizione geografica non è un destino, benché si debba ammettere che le regioni tropicali affrontano ostacoli ecologici più grandi.

Le ragioni del sottosviluppo sono basate su altrettante generalizzazioni inconcludenti:


  1. Scarsità di risorse: è vero che il terzo mondo risente del fatto che le proprie materie prime vengano sottopagate sui mercati del mondo, ma sono argomenti che riguardano la politica e l’economia non le risorse naturali.

  2. Si osserva spesso che la sovrappopolazione e il sovraffollamento siano comuni denominatori di sottosviluppo, eppure Mali con appena 11 abitanti per chilometro quadrato si trova in condizioni miserevoli.

  3. Spesso la colpa del sottosviluppo è attribuita al passato coloniale: si dimostra rilevante nelle regioni in cui i colonizzatori lasciarono intatta la popolazione colonizzata creando strutture politiche e fisiche adatte allo sfruttamento, ma nei casi in cui i colonizzatori erano espatriati da uno stato già avanzato e sostituirono gli abitanti originari l’associazione è meno implicante.

L’Harvard Institute for International Development ha tentato di qualificare le differenze nelle sviluppo economico: fattori che influiscono sui modelli globali di crescita riguardano si la geografia fisica ma non quanto il buon governo, il livello economico di partenza e il cambiamento demografico.

Le differenze fisiche e i limiti ambientali spiegano meno efficacemente il divario che l’economia di mercato, le politiche fiscali prudenti, l’assenza di norme contro la rottura dei contratti, la corruzione e l’esproprio delle proprietà. La conclusione secondo un rapporto delle Nazioni Unite è che il buon governo, che rispetto il diritto di proprietà all’interno di un sistema politico legale stabile, è la priorità massima del combattere la miseria e costituisce la chiave per uno sviluppo sostenibile.

9.2 Il modello centro-periferia.

All’internodi molti sistemi spaziali esistono contrasti territoriali tra il nucleo economico centrale e le zone periferiche. Lo squilibrio centro-periferia a livello globale si configura tra Europa occidentale, Giappone e Stati Uniti visti quali centri di ricchezza e il quarto mondo considerato come la periferia sottosviluppata. La crescita e la ricchezza delle zone centrali avvengono parzialmente e temporaneamente a scapito delle zone periferiche. Se una regione per un motivo conosce un accelerato sviluppo economico essa a causa della crescente prosperità diviene più attraente per gli investitori e per un capitale di investimento nazionale limitato, la crescita del centro di verifica a spese delle periferie del paese.

Il processo di causazione circolare e cumulativa continua a polarizzare dunque lo sviluppo, e secondo l’economista Myrdal, conduce a una divisione permanente tra centri che prosperano e periferie povere che vengono spremute per trarne manodopera e materie prime. Nella versione della teoria della dipendenza il modello centro-periferia sostiene che il mondo in via di sviluppo è tenuto efficacemente prigioniero dalle nazioni dominanti che prosciugano le sue ricchezze. Si asserisce così che esiste un nuova condizione di neocolonialismo per cui gli stati sviluppati esercitano un controllo economico e politico sull’economia di nazioni legalmente indipendenti del mondo sottosviluppato.

Una variante più ottimista afferma che in tutti i paesi esistono diseguaglianze nel reddito regionale, che tendono ad essere più marcate nelle nazioni meno sviluppate. I sostenitori ritengono che a un certo punto del processo di sviluppo si giungerà a una convergenza dei redditi per opera del


Download 23.46 Kb.

Share with your friends:
1   2   3   4




The database is protected by copyright ©ininet.org 2024
send message

    Main page