Strutture urbane reticolari
Con i nuovi modelli spaziali urbani ci si discosta gradualmente da una gerarchia urbana, formando strutture urbane reticolari nate negli anni ’70 in seguito alle trasformazioni economiche nei paesi di antica industrializzazione, con la pratica della terziarizzazione e della divisione in più punti del processo produttivo.
Strutture urbane reticolari: la terziarizzazione e la scomposizione dei processi produttivi e la dislocazione di essi in sedi differenti ha portato a un più ampio coinvolgimento dei centri territoriali un tempo emarginati, connettendo varie città come se fossero una città antica. Quando due o più città in precedenza indipendenti, i impegnano a collaborare sviluppando corridoi di trasporto ad alta velocità ed entrando in uno stato di non concorrenzialità sorgono città e strutture regionali reticolari.
Esempio sono Hong-Kong con Guangzhou, le città olandesi del Randstand (come Amsterdam, Rotterdam e l’Aia) che sono uno dei migliori poli produttivi e gestionali del modo e che sono collegate da una linea ferroviaria ad alta velocità e da porti e aeroporti più trafficati di tutta Europa, impegnandosi ad erogare funzioni che non sono reperibili nelle altre città e i responsabili della pianificazione non hanno intenzione di attivare forme di concorrenza tra di esse. In modo da creare una struttura unica di attività complementari. In Italia ciò non è ancora avvenuto, la disseminazione di servizi e funzioni superiori dalle città centrali e delle relative conurbazioni a più ampi spazi regionali, pur essendo caratteristica delle città del nord del paese, è avvenuta in modo spontaneo e non guidato e coordinato, con le immaginabili diseconomie in termini di doppioni funzionali.
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