Sopranazionalità.
Le organizzazioni sopranazionali sono organizzazioni di stati indipendenti dai singoli stati. Le associazioni tra stati rappresentano una nuova dimensione della geopolitica. Trovano terreno fertile nella globalizzazione economica e si osserva che pur avendo spesso carattere non governativo sono influenti nelle scelte politiche ed economiche dei singoli governi nazionali.
La globalizzazione economica e l’internet limitano la ‘’sovranità’’ di uno stato, poiché di riesce sempre più facilmente ad arginare politiche restrittive. Troviamo sostanzialmente varie associazioni sopranazionali che tentano di imporsi nel contesto geo-politico globale, e sono di carattere:
Economico: associazioni economiche regionali come la BCE.
Militare: alleanze difensive multinazionali come la NATO.
Politiche: organismi politici mondiali o regionali come l’ONU e l’UE.
a ciò si aggiungono le organizzazioni non governative, mantenute in vita dalla crescente informazione come Save the Children, medici senza frontiera, Green peace…(le ONG).
La sopranazionalità è quindi quella caratteristica propria del mondo globalizzato a dar vita ad associazioni di 3 o più stati per raggiungere obiettivi e benefici comuni.
ONU: organizzazione delle nazioni unite, nata nel 1945 dopo la Seconda guerra mondiale, è il tentativo più ambizioso di istituire un’organizzazione politica mondiale che si faccia garante della pace del mondo. Oggi essa conta 192 nazioni e costituisce un forum dove possono discutere di problemi e controversie internazionali, cercando di prevenire o porre fine ai conflitti. L’ONU ha appoggiato oltre 40 programmi complementari di agenzie transnazionali esterne, pensati per porre rimedio a problemi globali. Fra queste:
OMS organizzazione mondiale della sanità.
FAO: organizzazione per ambiente e agricoltura.
UNESCO: nazioni unite per l’educazione, scienza e cultura.
Gli stati membri dell’ONU non hanno ceduto la loro sovranità, né l’ONU ha cercato di imporre una giurisdizione mondiale. Tuttavia nel 2002 l’ONU creò un tribunale contro i crimini di guerra e una già presente corte internazionale di giustizia: queste associazioni possono imporre il proprio verdetto solo agli stati che hanno precedentemente accettato la loro giurisdizione. Oggi la neutralità dell’ONU è spesso considerata un dogma. L’ONU si è trovata infatti anche ad organizzare presidi militari contro il volere di determinati governi come nel 1991 i caschi blu difesero i Curdi nella Guerra del Golfo.
Ci sono continui tentativi di raggiungere posizioni comuni globali, tuttavia alcuni stati godono di posizioni privilegiate in particolare i membri del consiglio di sicurezza , Francia, USA, PRC, Russia, e 10 eletti con cadenza biennale, che possono opporre il veto.
Il diritto sul mare: per molto tempo oceani e mari non sono stati oggetto di rivendicazioni, se non entro la fine del XIX secolo, quando molti stati iniziarono a rivendicare la sovranità entro le 3 miglia nautiche, ovvero la distanza massima ricopribile dall’artiglieria marina, e quindi la zona effettivamente controllabile da uno stato. Fino alla Seconda guerra mondiale il principale obiettivo era quello di garantire, pur rivendicando la sovranità nazionale, i liberi scambi. Dopo il 1945 il principale obiettivo fu quello di ottenere la gestione delle risorse fossili dei giacimenti sottomarini, come evidenzia la dichiarazione Truman del 1945. Per evitare controversie nel 1988 si giunse con l’approvazione di 150 paesi alla convenzione delle nazioni unite sul diritto del mare. Essa stabilì:
Le acque territoriali fino a 12 miglia sono quelle sulle quali lo Stato esercita la sovranità nonché i diritti esclusivi di pesca.
Fino a 24 miglia uno Stato costiero può fare applicare le proprie leggi in materia di dogana, immigrazione e misure sanitarie.
Fino a 200 miglia c’è la zona economica esclusiva dove lo Stato può esercitare diritti di esplorazione, sfruttamento e conservazione delle risorse naturali.
L’alto mare che si estende oltre questa zona è al di fuori di qualsiasi giurisdizione nazionale e appartiene a tutti gli stati sia costieri sia interni che possono esercitare attività navigazione, pesca, posa di cavi, tubi e ricerca scientifica.
Le alleanze possono essere
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