11. L’organizzazione politica dello spazio



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cap 11 geografia politica
cap 10 sisytemi urbani, cap 7 strutture economiche, Cap9 modelli di sviluppo

11. L’organizzazione politica dello spazio.

La geografia politica ha per oggetto lo studio delle caratteristiche e della distribuzione dei fenomeni politici, anche i riferimento alla loro incidenza su altre componenti spaziali della società e della cultura. La nazionalità è un elemento fondamentale per spiegare le diversità culturali tra gli individui e proprio per questo la geografia politica tradizionalmente analizza i gruppi organizzati in un paese ovvero gli stati. Si cerca anche di analizzare l’influenza di un governo centrale in regioni periferiche. Oggi lo studio concerne l’analisi di organizzazioni internazionali, dei loro effetti sul territorio e sulla società.

Stato: 1. Unità politica che forma una federazione, 2. unità politica che occupa un territorio ben definito e stabilmente abitato ed è dotata della piena sovranità sui suoi affari interni ed esteri.

Nel secondo caso il termine stato è sinonimo di paese, nazione tuttavia:

nazione: 1. Unità politica che detiene la sovranità su un territorio, il quale è abitato da una comunità di individui che si riconosce in una serie di costumi e usanze frutto di un patrimonio comune (lingua, religione, identità culturale). 2. Comunità di individui che condividono una cultura comune e occupano un determinato territorio, legati da un forte senso di unità ma non necessariamente politicamente autonoma (nazione Curda).

Paese: proiezione del concetto di stato in ambiti territoriali e paesaggistici, ma non tutte le entità territoriali riconosciute rappresentano altrettanti stati, l’Antartide non ha un governo autonomo o una popolazione stabile, pertanto non è uno stato.

Stato-nazione: stato in cui l’estensione territoriale coincide con l’area occupata da una nazione o da un gruppo distinto che condivide valori. Entità in cui i membri si sentono naturalmente legati fra loro perché condividono la lingua, la religione o altre caratteristiche culturali che faccia si che si sentano distinti rispetto a chi si trova all’esterno della comunità, come Polonia e Giappone.

Stato multinazionale: uno stato che comprende al suo interno più di una nazione come il Belgio, diviso nelle due nazioni vallona e fiamminga. In alternativa una singola nazione può essere distribuita su più territori, ricoprendo una porzione dominante in due o più stati. È il caso dello stato-nazione con espansione parziale dove il senso di nazionalità supera i confini geografici (esempio nazione araba predominate in 17 stati).

Nazione senza stato: popolo che non ha un proprio stato come i Curdi, pur riconoscendosi in una serie di valori nazionali collettivi.

Aree centrali o capitali: il nucleo originario o area centrale di uno stato contiene generalmente la zona economica più sviluppata, la più alta densità abitativa e le città più grandi. Tutti questi fattori si fanno più ridotti via via che ci si allontana dall’area centrale, più il dialogo tra aree urbane e aree rurali si fa raro. Le città si riducono, l’economia è meno forte. Le aree centrali si contrappongono alle periferie subordinate. Esempio: Parigi, USA nord-orientali, Londra. Non tutti i paesi presentano nuclei centrali ben definiti, ma avere due o più nuclei: Nigeria, Congo, Vietnam. In molti paesi la capitale si trova nell’area centrale e rappresenta il nucleo economico-politico e culturale dello stato, nel quale capitale e città primate ovvero le città più grandi, coincidono. Ciò è tipico degli stati unitari.

Stati unitari: paesi con governi fortemente centralizzati, conflitti interni limitati, forte senso di identità nazionale e con confini sia culturali che politici .

Stati federali: includono regioni con maggiore autonomia con città capitali che assolvono la funzione amministrativa, benché non siano la città più grande e più ricca del paese.

Una nuova forma di organizzazione statale sta emergendo in Europa: governo regionale o federalismo asimmetrico. Gli stati unitari riconoscono le aspirazioni all’autonomia portate avanti dalle regioni da cui sono formati e concedono loro l’esercizio del controllo amministrativo in ambito locale, mantenendo a livello centrale la gestione di questioni di portata nazionale come la politica monetaria, la difesa, e così via.


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