La Storia dell’architettura 1905-2008 Di Luigi Prestinenza Puglisi


Nuovi paesaggi: West and East Coast



Download 1.56 Mb.
Page114/123
Date23.11.2017
Size1.56 Mb.
#34425
1   ...   110   111   112   113   114   115   116   117   ...   123

3.9 Nuovi paesaggi: West and East Coast


Dove questo tipo di sensibilità, insieme scultorea e vitale, per le relazioni tra architettura e contesto ambientale e' particolarmente sviluppata e' tra gli architetti angeleni.

Frank O. Gehry con l’ Experience Museum Project a Seattle, Washington (1995-2000) mostra una nuova e sorprendente declinazione del tema dell’edificio-paesaggio. Il museo sviluppa i principi progettuali messi a punto a Bilbao, consistenti nella realizzazione di masse scultoree rivestite con materiali metallici. Ma complica il gioco introducendo la dimensione cromatica ed abbandonando il contestualismo di matrice barocca ( le due ali che abbracciano la città, la torre obelisco…) che aveva caratterizzato il Guggenheim. Il museo, riprendendo l’istanza pop dell’edificio-icona già sondata con il cannocchiale posto all’ingresso dei Chiat-Day-Moyo offices, ricorda la chitarra spezzata di Jmmy Hendrix al quale il museo è dedicato. Ed è proprio con la sua dichiarata estraneità al contesto urbano, ma con la coinvolgente energia delle sue masse , un po’ stridenti e un po’ bloboidali, che configura un luogo in cui presto la città si riconosce. Ad attrarre il pubblico contribuisce la strumentazione digitale che lo trasforma in un ambiente interattivo caratterizzato dal fluido susseguirsi degli spazi interni.

Pur obbligato dalle rigide regole imposte dall’architetto capo della città di Berlino, Hans Stimmann, a rifarsi agli allineamenti stradali e ai materiali della città, Gehry realizza a Berlino , con la Dz Bank Building (1995-2001) un’altra opera sorprendente. A un esterno chiuso e scandito da un’ordinata sequenza di finestre plasticamente scavate nel muro, contrappone un coinvolgente spazio interno, illuminato da un lucernario vetrato, e fatto vivere dalla presenza di un padiglione-scultura la cui forma ricorda una testa di cavallo, uno dei motivi, insieme al pesce, che caratterizzano l’immaginario figurativo dell’architetto.

Non meno coinvolgente e' l’approccio al paesaggio della landform architecture dello studio Morphosis. Nella Los Angeles dove e' appena stato realizzato l’imponente complesso della fondazione Getty, disegnata da Richard Meier, mostra che e' possibile operare con un atteggiamento più deciso ed energico. Come abbiamo già avuto occasione di notare, nel lavoro di Morphosis sono ricorrenti due aspetti: la gestualità e la relazionalità. La prima produce volumi dinamici, intensi e quasi violenti come se fossero generate più dall’energia della natura che da una ordinata composizione di masse. La seconda mette in discussione le categorie di interno e esterno e i rapporti tra corpo e architettura. Nel 2000 Tom Mayne completa due opere che contribuiranno a fargli assegnare nel 2005 il premio Pritzker: sono la Diamond Ranch High School a Los Angeles (1993-2000) e l’Hypo Alpe Adria Centre (1996-2000). Il primo si inserisce nel paesaggio grazie al suo andamento orizzontale esaltato dallo spazio-percorso all’aperto dove “cantilevered volumes project dramatically into space, roofscapes fold and bend like shifting geological plates”52 .Mentre il secondo “ gives voice to … conflicting forces, harnessing the dynamism of global connectivity and anchoring it to an activated land surface; its charged forms break the earth’s crust, while they also maintain a dialogue with the rural countryscape”53.

Ancora più intenso e' lo sforzo di Eric Owen Moss , il terzo protagonista dell’architettura angelena, per portare al limite la propria ricerca con opere quali il progetto per il parcheggio e uffici al Wedgewood Holly Complex a Los Angeles, California(1999) o il Centro Culturale Mariinsky a San Pietroburgo, Russia (2001). In entrambe l’immagine architettonica sembra sfaldarsi per assumere l’aspetto precario che hanno le forme naturali quando sono oggetto di intense tensioni dinamiche, come per esempio durante un terremoto.

A ispirarsi alla ricerca di Mayne e di Moss, e' Michele Saee.

Nel suo lavoro la lezione decostruttivista e della landform architecture convivono con l’ esuberanza formale e i giochi di luce e di materia che derivano dalla sua origine iraniana nonché con la raffinata spazialità che proviene da un periodo di studio passato in Italia a contatto con le avanguardie fiorentine.

Meno scultoreo e più intellettualistico e' l’approccio degli architetti della East Coast il cui decano e' Philip Johnson. Dopo aver lavorato con Gehry alla realizzazione della casa Lewis a Cleveland, Ohio (1989-1995) una villa dove il kitsch convive con il pop, Johnson cerca di sviluppare il decostruttivismo in uno stile post-postmodernista, non estraneo alla passione per le forme curve delle nuove tendenze digitali. I risultati, come mostrano i progetti realizzati con Alan Ritchie per il Children’s Museum a Guadalajara, Mexico (1999) , producono raffinate sculture ma che poco hanno a che vedere con le sperimentazioni degli architetti dell’ultima generazione per i quali le forme complesse non sono concepite come a priori – un po’ come se fossero forme platoniche- ma nascono e si sviluppano a seguito di interrelazioni che coinvolgono l’utente e il contesto.

E’ Peter Eisenman che in questi anni, sicuramente influenzato da Greg Lynn, sta cercando di individuare nuove tecniche di progettazione attraverso la riflessione sulle strumentazioni offerte dall’informatica. Con i progetti per la Biblioteca per la Piazza delle Nazioni a Ginevra (1995) e per la Virtual House (1997), Eisenman mette a punto un metodo in cui l’architetto non agisce direttamente sulla forma ma sui parametri che la determinano. A tale fine attiva, su una griglia che viene deformata, un certo numero di forze esterne, o attrattori, ciascuno dei quali, a sua volta, può essere legato al contesto, per esempio all’intensità del vento, all’importanza di una certa esposizione o di una via di comunicazione. Facendo variare il peso degli attrattori – non importa se in base a ragionamenti scientifici, simbolici o del tutto arbitrari – modifica la forma del manufatto che così sarà completamente determinato da questi fattori esterni e non più da principi funzionali interni.

Inoltre, con un atteggiamento che poco distingue paesaggio naturale e metropolitano, Eisenman continua a sperimentare tecniche compositive mutuate dalla cultura digitale quali il layering ( lavorare per strati), lo scaling ( giocare sui salti di scala), il folding ( usare le piegature), il warping e il morphing ( deformare le superfici e i volumi).

Ne risultano numerosi lavori di un certo interesse. Tra tutti spicca il centro culturale per Santiago di Compostela, Spagna iniziato nel 1999, un edificio concepito alla scala territoriale che si confonde quasi con le linee del terreno ed e' articolato secondo geometrie che scaturiscono dalla lettura dei luoghi.

Accanto a queste linee di ricerca vi e', infine, quella neo-fenomenologica di Steven Holl, che, anch’egli, in questi anni, si muove in una direzione più decisamente naturalista. Dopo il museo Chiasma a Helsinki (1993-98) la cui forma nasce da una metafora suggerita dal corpo umano - l’inversione dei nervi ottici che si accavallano per raggiungere l’emisfero opposto del cervello- nei Sarphatistraat Offices ad Amsterdam (1996-2000) copre con una lamiera traforata il cemento dei rivestimenti, a sua volta campito, con macchie di colore di diversa intensità cromatica. Il risultato e' un edificio che vibra nella luce producendo una sensazione di instabilità percettiva che ricorda quella generata dai quadri impressionisti della seconda metà dell’ottocento e dei primi anni del novecento, in particolare, dalle Ninfee di Claude Monet. E’ soprattutto attraverso per questa via, della luce e del colore,che l’edificio può diventare una parte integrante dell’ambiente che lo circonda.




Download 1.56 Mb.

Share with your friends:
1   ...   110   111   112   113   114   115   116   117   ...   123




The database is protected by copyright ©ininet.org 2024
send message

    Main page