La Storia dell’architettura 1905-2008 Di Luigi Prestinenza Puglisi



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1.18 La linea arcaico-ecologica


Nel 1963, due giovani architetti austriaci Hans Hollein e Walter Pichler scrivono un manifesto. Titolo: Architettura assoluta. Tesi: l'architettura vera non ha nulla di funzionale.

Tra il 1962 e il 1964, Hollein propone alcuni progetti dal forte impatto espressivo. Segni brutali, sensuali, terribili in cui l'architettura domina lo spazio, guizzando verso l'alto, scavando la terra, estendendosi in tutte le direzioni. City Communication Interchange (1962), è un monumento in cemento che celebra la comunicazione, Stadt (1962) una città di pietra. Aircraft Carrier in the Landscape (1964) l'immagine di una portaerei ubicata all'interno di un paesaggio agricolo.

Segni, più evanescenti, ma non meno forti sono proposti da Pichler, per esempio con il progetto Unterirdische Stadt (1963), che delinea un ambiente urbano , quasi piranesiano, fatto di percorsi e elementi di interconnessione. E anche da un terzo austriaco, Raimund Abraham che tra il 1962 e il 1967 produce disegni di città immaginarie che recuperano aspetti naturali e qualità arcaiche, teorizzati nel 1963 in un testo -Elementare Architektur- che avrà una certa influenza negli anni a venire.

In opposizione alla linea tecnologico-metabolista si delinea così una linea arcaico-metafisica che ne critica l'eccessivo ottimismo e l'ingenua fiducia nelle capacità autorigenerative del sistema. La salvezza, se ve ne é una, risiede in altri valori: nella metafisica, nella ricerca di se stessi, nel ritorno alla natura, nella libertà e nella fratellanza. Del resto a partire dal 1963 una nuova coscienza si sta formando: attraverso la protesta degli studenti (la rivolta di Berkley è del 1964); la ricerca di nuove forme espressive ( i Beatles nel 1963 spopolano al Palladium, nel 1964 viene lanciata la minigonna, nello stesso anno i Rolling Stones lanciano Satisfaction ); l'antimilitarismo ( nel 1964 si intensifica la presenza americana nel Vietnam e, nello stesso tempo, monta il movimento di opinione contro la guerra) la lotta contro i razzismo ( la grande marcia di M.L. King è del 1963 e in quegli anni, una dopo l'altra, le colonie africane ottengono l'indipendenza); il misticismo ricercato nelle filosofie orientali e l'uso di sostanze allucinanti ( il fenomeno degli hippy comincia nel 1965, ma nasce sul terreno della ribellione beatnik degli anni cinquanta).

Delle due linee, la arcaico-ecologica, sarà sicuramente quella che avrà più successo negli anni successivi. Ma sarebbe un errore vedere l'altra come soccombente in quanto contrapposta e alternativa. Ai lavori e alle problematiche dei progettisti della linea tecnologico-metabolista, almeno nella sua accezione giocosa e anti-sistema ( pop, archigram, situazionista), attingeranno numerosi gruppi di avanguardia, anche quelli più radicalmente alternativi al sistema. Così accadrà che Soleri realizzertà la sua comunità costruendo una megastruttura; che le comuni hippy utilizzeranno le cupole geodesiche di Buckminster Fuller; che le città-luna park degli Archigram e dei situazionisti saranno riprese dagli Archizoom, da Superstudio e dalle decine di gruppi di avanguardia che si costituiranno tra il 1966 e il 1970; che le strutture reticolari saranno utilizzate nelle tesi di laurea degli studenti più politicizzati.

Nonostante le diversità, infatti , entrambi le linee, tecnologico-metabolista e arcaico-ecologica, condividono numerosi presupposti, sulla base dei quali è possibile operare commistioni e integrazioni. Vi è la medesima coscienza della fine di ogni formalismo stilistico; la comune fascinazione per il futuro e un medesimo sentire la centralità della persona anche nella sua fisicità. Da qui la fine di una estetica fondata sulla massa muraria. Sarà il soggetto umano e non l'oggetto architettonico che, con il suo muoversi nello spazio, farà architettura.



1.19 Tange tra oriente e occidente


Consolidato il suo successo professionale con l’avveniristico Piano per la baia di Tokyo, il giapponese Kenzo Tange realizza a partire dagli anni sessanta una quantità impressionante di lavori caratterizzati da una maniera brutalista di ascendenza lecorbusieriana ( nel 1951 in occasione dl viaggio per andare al congresso del CIAM Tange si era recato quasi in pellegrinaggio a Marsiglia a vedere l’unità di abitazione in corso di costruzione) non aliena da ibridazioni metaboliste ma, comunque, ingentilita dall’uso di geometrie curvilinee che fanno riferimento all’immaginario orientale. Sperimenta inoltre l’uso di geometrie complesse e di coperture a forma di paraboloide iperbolico, riprendendole dal maestro Le Corbusier che le aveva usate nel padiglione Philips ( realizzato in verità da Xenakis) ma anche dagli esperimenti che stanno compiendo personaggi che, negli stessi anni, operano lungo la linea di demarcazione tra l’architettura e l’ingegneria quali l’americano Eero Saarinen con lo stadio per l’hockey della Yale University(1956-58) e il Terminal della TWA a New York (1956-62), l’italiano Pierluigi Nervi con il Palazzo dello sport a Torino (1960-61), il francese Bernard Zehfuss con il Centro Nazionale delle Industrie delle Tecniche (CNIT) a Parigi (1952-58), lo spagnolo Felix Candela con la cappella “aperta” a Palmira (1958).

Tra il 1961 e il 1964, Tange realizza la Cattedrale di Santa Maria a Tokyo, impostata su una copertura con un disegno a croce che sembra nascere da pareti paraboloidi che si sviluppano in altezza a partire da una pianta romboidale. E’ un edifico che all’esterno ha una forma piacevolmente complessa ma iconograficamente non inconsueta ( per il disegno a croce) e, all’interno, si propone con uno spazio avvolgente, proiettato verso l’alto e reso vibrante dai tagli di luce che provengono sia dal tetto che dai lati.

Sempre tra il 1961 e il 1964 Tange disegna a Tokyo due stadi che verranno inaugurati in occasione dell’ Olimpiade. Entrambi hanno coperture avveniristiche sorrette da tensostrutture. Il più grande - che ha una capacità di 17.000 posti a sedere quando e' adoperato per le gare di judo e di 13.000, quando e' utilizzato come piscina- ha un disegno di pianta che nasce dallo sfalsamento di due identiche mezze figure curviformi ribaltate l’una rispetto all’altro. Questa inconsueta morfologia consente all’interno una forma di pianta pressoché circolare, ideale per il posizionamento delle gradinate per il pubblico, e all’esterno una figura dinamica le cui estremità terminano ad angolo acuto. Aspetto questo rafforzato in alzato dal profilo aerodinamicho della copertura e dal quasi mendelsohniano disegno delle opere in cemento armato. Lo stadio più piccolo, la cui struttura grava intorno ad un unico pilone centrale, comunica una non minore tensione grazie alla copertura che si annoda su ques’ultimo con un andamento spiraliforme. Sempre destinato alle olimpiadi e' il più modesto Palazzotto dello sport a Takamasu (1962-64) la cui forma ad arca sembra nascondere intenzionalità simboliche. Intenzionalità sicuramente presenti nel monumento agli studenti caduti nella seconda guerra mondiale (1962-64) culminante in un percorso alla cui fine e' collocato una struttura semiconica dal forte effetto scultoreo. Vi sono poi progetti per edifici pubblici, università, piani di ricostruzione urbana, ambasciate. Testimoniano una attività intensa e frenetica che sa accoppiare una accorta politica professionale con istanze di ricerca e d’avanguardia. Del resto – come si vedrà anche per i più dotati discepoli di Tange: Kurokava, Maki, Isozaki- gli architetti giapponesi sono culturalmente refrattari al mito dell’artista incompreso che si rifugia nei sogni di carta. Per loro essenziale e' costruire anche se questo atteggiamento – accade per Tange a partire dagli anni Settanta- alla fine li conduce ad annacquare e non di poco nel commerciale il senso della loro ricerca.



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