La Storia dell’architettura 1905-2008 Di Luigi Prestinenza Puglisi


Supercreatività e ultraminimalismo



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4.8 Supercreatività e ultraminimalismo


La Supercreatività e' un fenomeno parallelo allo Star System. Consiste nella produzione di oggetti architettonici a forte impatto scenografico. Future System, per esempio, realizza a Birmingham, Gran Bretagna, nel 2003 per la catena commerciale Selfridges una grande struttura a forma ad ameba la cui pelle è composta da dischi circolari. L’edificio non tarda a sollevare numerose perplessità, soprattutto per quanto riguarda l’inserimento nel contesto circostante.

Un impatto non meno deciso ha il Mediacenter a Hilversum, Olanda

(2006) di Neutelings Riedijk. In questo caso la stranezza dell’edificio e' giustificata dalla trasposizione , ottenuta seguendo il metodo diagrammatico, di un programma complesso.

Seguendo una strategia più istintuale, l’approccio artistico di Vito Acconci, tende a produrre oggetti scultorei fuori scala anche se non privi di valenze ambientali , come per esempio nel Performing Art Center di Seul, Corea ( 2005).

Tra le opere più notevoli che possono ascriversi all’approccio supercreativo vi e' la Kunsthaus a Graz, Austria (2000-2003) disegnata da Peter Cook e Colin Fournier. L’oggetto, anch’esso a forma ameboidale, si inserisce però felicemente nel contesto barocco ed e' allo stesso tempo un ectoplasma “friendly alien” che ricorda la cultura pop degli anni sessanta - di cui Cook, esponente degli Archigram, e' stato uno dei protagonisti - e, insieme, la più recente stagione delle architetture bloboidali. Punteggiato all’esterno da tubi fluorescenti circolari, gestiti elettronicamente da una centralina di controllo, l’amichevole alieno la sera si trasforma in uno schermo a bassa risoluzione che può trasmettere messaggi. Mentre all’interno, i travelator ( tapis roulant) consentono ai visitatori di attraversarne gli spazi godendoli , un po’ come succede nella fiera di Fuksas, come se fossero scene cinematografiche in sequenza.

Altra opera di notevole effetto e' l’ampliamento al The Ontario College of Art & Design, Toronto, Canada completato nel 2004 da Will Alsop. E’ un edificio, contenente oltre 6.000 mq. di studi e aule, sospeso in aria per non compromettere lo spazio inedificato e gli edifici preesistenti sottostanti. Appoggiato su 12 esili pilastri in ferro alti circa 25 metri, pitturati ognuno con un colore diverso, l’edificio e' una scatola-scultura in alluminio a sfondo bianca pixellata da numerosi piccoli quadrati color nero disposti casualmente nonché dalle finestre che, in tal modo, si trasformano in un motivo decorativo più pittorico che architettonico.

Sul versante opposto a quello della Supercreatività si colloca l’ Ultraminimalismo. Alla società moderna caratterizzata dalla caoticità, e dall’esuberanza formale oppone una estetica ordinata, asettica, astratta, immateriale, agerarchica, monocroma e inflessibile. Principale esponente di questa tendenza e' la giapponese Kazuyo Sejima che da alcuni anni, insieme al partner Ryue Nishizawa, sta indirizzando in senso rigorista il minimalismo diagrammatico che aveva caratterizzato i suoi primi lavori e sul quale ci siamo soffermati in un precedente capitolo.

La più importante opera che Sejima e Nishizawa realizzano nel periodo e' il Museo di Arte Contemporanea a Kanazama, Giappone (1999-2004). Si tratta di uno spazio circolare delimitato da trasparenti pareti vetrate nel cui interno sono inserite scatole di larghezze, lunghezze e altezze diverse. Raffinatissimo nelle proporzioni e nella assoluta semplicità dell’impianto – le scatole sono disposte all’interno di una banale griglia ortogonale- il museo non ammette alcuna flessibilità ed e' l’esatta antitesi delle complesse macchine espositive High Tech. Con i suoi pilastrini circolari che a malapena raggiungono un diametro di una decina di centimetri, comunica l’idea di una perfezione smaterializzata: oltre il platonismo, oltre il minimalismo, oltre il calvinismo, vicino all’anoressia.

Interrogata sul metodo progettuale, la Sejima afferma: “ We never start from a simple base, even in the schematic design phase. We seem to start from very complicated things that gradually become simple”75. Dove però la parola “semplice” è da intendersi come “elementare” perché alla fine a resistere al processo di riduzione sono solo unità che non possono essere più suddivise.

Come nella House in a Plum Grove a Tokyo (2003), progettata dalla sola Sejima, dove il ridotto volume edilizio è suddiviso nelle funzioni residenziali primarie: mangiare, studiare, dormire, ricevere, lavarsi. Da qui lo spessore di poco più di un centimetro delle pareti divisorie in acciaio, lo spazio estremamente ridotto degli ambienti, alcuni larghi poco più di un metro, e la decisione, per non farli diventare eccessivamente angusti e soffocanti, di metterli in comunicazione tra loro utilizzando grandi bucature interne. Il risultato e' che chi abita la casa ha , in ogni punto vi si trovi, la sensazione di vivere all’interno di una griglia frutto di una pura e insieme sofisticata operazione concettuale.

Ovviamente un’architettura del genere, per mantenere il suo aspetto ideale, poco tollera la concretezza della vita e quindi il disordine, lo sporco e il tempo. E forse il suo successo e' proprio da ricercarsi in questa astrazione dalla materialità del corpo e in un ascetismo laico che rinnega i valori della società consumista anche se, allo stesso tempo, li persegue attraverso la ricerca di una raffinatezza estrema. Un po’ come propone il nuovo design giapponese , per esempio con i prodotti della catena Muji, che teorizza un ritorno a pochi ed elementari bisogni basici, magari fatti pagare a caro prezzo.

Infatti, come e' facile vedere dal fallimento degli schemi residenziali a basso costo progettati dalla stessa Sejima, come per esempio il Gifu Kitagata Apartment Building a Motosu, Gifu Prefecture,Japan (1994-1998) l’ascetismo ultraminimalista funziona egregiamente con le residenze unifamiliari di lusso e con gli spazi destinati alla cultura e agli intellettuali, poco con attività più semplici e meno ricercate.




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